DNC gir.C: intervistiamo Marco Spangaro
13-10-2011 00:37 -

In occasione della sfida tra San Vendemiano e la sua Codroipo abbiamo incontrato Marco Spangaro, coach della compagine friulana ed ex professionista nelle serie superiori del basket nazionale. Una chiacchierata per conoscere progetti presenti e futuri ma anche per ricordare momenti e protagonisti della sua carriera da giocatore in piazze come Reggio Calabria, Milano, Siena, Gorizia e Pesaro.
Coach, quali sono i primi giudizi sull´inizio di stagione?
«Per quanto riguarda Codroipo conoscevo già molto bene i ragazzi avendo fatto da assistente a Montena, lavoriamo con un bel gruppo di giovani visto che abbiamo sei ragazzi del´93 nel roster della prima squadra. A questi abbiamo unito il ritorno di Cipolla e di qualche altro elemento più esperto, ma ho messo in conto che, vista l´età media, ci saranno sicuramente degli alti e bassi durante la stagione. D´altro canto già in queste prime uscite si è visto che la squadra mescola break incoraggianti a dei momenti di smarrimento, qualche ragazzo sorprenderà e magari qualche altro deluderà ma l´importante è cominciare a giocare fin da subito e accumulare più punti possibile».
Che obiettivi avete? Le favorite?
«Credo che San Vendemiano che andiamo ad affrontare sia una squadra ben attrezzata, così come Marghera e Venezia, anche se sarà da vedere quanto inciderà l´assenza di Gasparello. Poi sicuramente Pordenone ha allestito un bel gruppo e anche Caorle, nonostante non siano partiti benissimo, potrà dire la sua. In sintesi credo che siano queste le 4-5 che se la giocheranno, per quanto ci riguarda procediamo passo per passo con l´obiettivo di dar spazio a molti giovani e giocare per crescere. Teniamo anche in considerazione che la DNB ha ridotto il numero di squadre e quindi troviamo anche giocatori di livello superiore alla categoria».
Quindi il progetto giovani avviato con Montena continua, cosa ti porti dentro dell´esperienza come suo assistente in questi anni?
«Avevo già avuto modo di conoscere Paolo quando l´ho avuto come allenatore a Pordenone, stiamo parlando di un grande lavoratore e professionista, molto attento ad ogni singolo dettaglio. Anche per questo motivo ho accettato volentieri quando mi si è prospettata la possibilità di lavorare al suo fianco a Codroipo, la società ha programmato sul lungo periodo permettendomi di far crescere i ragazzi dell´under 17 e 19 che oggi già giocano in prima squadra, una scelta fuori dal comune per un progetto stimolante».
Che effetto ti fa vedere i tuoi atleti che "la pensano" come quando tu giocavi? Adesso sei dall´altra parte della barricata.
«Diciamo che è un po´ come per i consigli dei genitori, certe cose le capisci solo quando diventi genitore a tua volta. Ti confesso che però, nonostante le conoscenze umane e tecniche acquisite, alle volte mi sento ancora in pantaloncini e canottiera e vorrei entrare in campo insieme alla mia squadra!».
Da professionista sei stato di scena a Reggio Calabria, Milano, Siena, Gorizia. Hai giocato con tanti grandi come Volkov, Garrett, Sconochini, Tolotti, Bullara, Fucka, De Pol, Mian, Middleton e altri ancora; proviamo a comporre un quintetto ideale con il suo allenatore.
«Allora facciamo un quintetto italiano nel quale come compagni scelgo il mio compaesano Bullara, Rifatti, Giuliani e Sconochini. Per quanto riguarda gli stranieri scelgo Volkov, Garrett, Buy, Kidd e Alexis. In entrambi i casi affido la panchina a Charlie Recalcati, non è solo una questione di nome, è un allenatore che riesce veramente a tirare fuori il meglio dagli elementi a sua disposizione».
Una gioia e un rammarico della tua carriera?
«La gioia è stata quella di realizzare il sogno di quando ero bambino ovvero giocare in serie A e fare del basket una professione. Credo che quando raggiungi questo obiettivo non abbia senso pensare alle occasioni perse e proprio per questo motivo non vedo particolari rimpianti».
Fonte: Federico Calderan
Coach, quali sono i primi giudizi sull´inizio di stagione?
«Per quanto riguarda Codroipo conoscevo già molto bene i ragazzi avendo fatto da assistente a Montena, lavoriamo con un bel gruppo di giovani visto che abbiamo sei ragazzi del´93 nel roster della prima squadra. A questi abbiamo unito il ritorno di Cipolla e di qualche altro elemento più esperto, ma ho messo in conto che, vista l´età media, ci saranno sicuramente degli alti e bassi durante la stagione. D´altro canto già in queste prime uscite si è visto che la squadra mescola break incoraggianti a dei momenti di smarrimento, qualche ragazzo sorprenderà e magari qualche altro deluderà ma l´importante è cominciare a giocare fin da subito e accumulare più punti possibile».
Che obiettivi avete? Le favorite?
«Credo che San Vendemiano che andiamo ad affrontare sia una squadra ben attrezzata, così come Marghera e Venezia, anche se sarà da vedere quanto inciderà l´assenza di Gasparello. Poi sicuramente Pordenone ha allestito un bel gruppo e anche Caorle, nonostante non siano partiti benissimo, potrà dire la sua. In sintesi credo che siano queste le 4-5 che se la giocheranno, per quanto ci riguarda procediamo passo per passo con l´obiettivo di dar spazio a molti giovani e giocare per crescere. Teniamo anche in considerazione che la DNB ha ridotto il numero di squadre e quindi troviamo anche giocatori di livello superiore alla categoria».
Quindi il progetto giovani avviato con Montena continua, cosa ti porti dentro dell´esperienza come suo assistente in questi anni?
«Avevo già avuto modo di conoscere Paolo quando l´ho avuto come allenatore a Pordenone, stiamo parlando di un grande lavoratore e professionista, molto attento ad ogni singolo dettaglio. Anche per questo motivo ho accettato volentieri quando mi si è prospettata la possibilità di lavorare al suo fianco a Codroipo, la società ha programmato sul lungo periodo permettendomi di far crescere i ragazzi dell´under 17 e 19 che oggi già giocano in prima squadra, una scelta fuori dal comune per un progetto stimolante».
Che effetto ti fa vedere i tuoi atleti che "la pensano" come quando tu giocavi? Adesso sei dall´altra parte della barricata.
«Diciamo che è un po´ come per i consigli dei genitori, certe cose le capisci solo quando diventi genitore a tua volta. Ti confesso che però, nonostante le conoscenze umane e tecniche acquisite, alle volte mi sento ancora in pantaloncini e canottiera e vorrei entrare in campo insieme alla mia squadra!».
Da professionista sei stato di scena a Reggio Calabria, Milano, Siena, Gorizia. Hai giocato con tanti grandi come Volkov, Garrett, Sconochini, Tolotti, Bullara, Fucka, De Pol, Mian, Middleton e altri ancora; proviamo a comporre un quintetto ideale con il suo allenatore.
«Allora facciamo un quintetto italiano nel quale come compagni scelgo il mio compaesano Bullara, Rifatti, Giuliani e Sconochini. Per quanto riguarda gli stranieri scelgo Volkov, Garrett, Buy, Kidd e Alexis. In entrambi i casi affido la panchina a Charlie Recalcati, non è solo una questione di nome, è un allenatore che riesce veramente a tirare fuori il meglio dagli elementi a sua disposizione».
Una gioia e un rammarico della tua carriera?
«La gioia è stata quella di realizzare il sogno di quando ero bambino ovvero giocare in serie A e fare del basket una professione. Credo che quando raggiungi questo obiettivo non abbia senso pensare alle occasioni perse e proprio per questo motivo non vedo particolari rimpianti».
Fonte: Federico Calderan