Intervista a Filippo Campagnolo

04-07-2014 00:31 -

TREVISO - In un contesto dove nel mondo del basket, molti allenatori trevigiani stanno lavorando esclusivamente nella Marca, rimangono solo in quattro i coach nostrani che collaborano fuori provincia. Gabriele Galligani, classe 1979, dopo un trascorso alle giovanili di Treviso, è dallo scorso anno vice allenatore della Reyer femminile in A1; Marco Andreazza, classe 1974 è da un paio di stagioni nelle giovanili dell´Assigeco Casalpusterlengo, guidando l´under 17 Eccellenza, dopo esser ritornato a Treviso ed aver allenatore ad Omegna nelle giovanili; Alberto "Ciccio" Billio, è invece vice della Reyer Venezia di coach Recalcati in serie A1 maschile e da dodici stagioni veste orogranata. L´unico allenatore a guidare una prima squadra ad oggi è quindi Pippo Campagnolo, classe 1976, ad un passo dalla riconferma come capo timoniere della Orange1 Bassano.
«Non c´è ancora la fumata bianca ma siamo ad un buon punto per la riconferma» sottolinea il tecnico di Caerano San Marco «abbiamo terminato gli allenamenti a metà giugno ma con la società siamo sempre rimasti in contatto per valutare le scelte per la prossima stagione agonistica, anche se la squadra rimarrà quasi la stessa».
Un giudizio sulla stagione appena trascorsa? «A livello di squadra sicuramente siamo soddisfatti anche se qualcosa in più si poteva fare. Come campionato in generale, credo che la Dnc, ora Serie C, sia stato un torneo di qualità come non lo si vedeva da diversi anni».
Come vedi le trevigiane per la prossima stagione in serie C? «Oderzo ha le qualità per poter fare sempre e comunque bene anche se cambierà qualche elemento. In panchina coach Teso è comunque garanzia di esperienza come lo stesso Volpato a San Vendemiano dove la Rucker sicuramente si confermerà ad alti livelli, potendo poggiare anche sull´accordo con Treviso Basket. Discorso differente per Montebelluna dove il ridimensionamento totale potrà creare qualche problema soprattutto all´inizio. Il mio amico Mazzariol ha le qualità comunque per far un buon lavoro con i giovani e la riconferma di Boaro è già un ottimo inizio».
Cosa pensi dei settori giovanili attuali? Arriverà prima o poi il giusto ricambio alle generazioni attuali? «Un buon settore giovanile è un mix tra un reclutamento di livello ed un allenatore con competenze sia individuali che di squadra. Tradotto: non è così facile ad oggi e nel contesto attuale, lavorare e bene nel settore giovanile. Credo che ora l´obiettivo sia quello di creare giocatori lavorando molto nelle individualità ma per fare questo c´è bisogno di sacrificio sia da parte degli allenatori che degli atleti. E questo un po´ manca in questi ultimi anni, non solo nel basket ma in diversi sport».
E di queste società minori trevigiane che soffrono il momento? «Gestire una società oggi non è facile, sia per il momento economico sia per la grande quantità di lavoro umano che c´è dietro. Io credo che queste società debbano essere sempre e comunque sostenute perché rappresentano pezzi di storia ed una valvola di sfogo per i nostri ragazzi in un aspetto ludico che va al di là dell´aspetto sportivo».

Fonte: Redazione