Rucker Sanve sul campo dell´Urania Miano

13-10-2016 23:11 -

Un turno di campionato piuttosto complicato per il San Vendemiano impegnato sul parquet milanese dell´Urania. Le due sconfitte rimediate cominciano a contribuire a valutazioni piuttosto preoccupanti, qualche santone della carta stampata aveva definito la squadra scaturita dal progetto G&G (Guberti-Gherardini) come la cenerentola del campionato, servirà una vittoria per capovolgere la situazione.

La compagine meneghina ha cambiato pelle, nuovo allenatore e diverse facce nuove nel quintetto titolare. L´asse play-pivot rimane inalterato con Ferrarese e Paleari, assoluti protagonisti nel campionato scorso, mentre le novità sono rappresentate dall´ala Tortù (200cm), dall´ala pivot Ingrosso (206cm) e dalla guardia Bartoli (184cm). Uno starting five da prime della classe, ancora bisognoso di rodaggio come dimostrano le due sconfitte patite e in particolare quella di domenica scorsa a Crema, ma con grande fisicità sotto canestro e un´infinita gamma di soluzioni offensive. Il punto debole dell´Urania pare essere la panchina non all´altezza deprimi cinque. Sette i giocatori prevalentemente usati nelle prime due partite, back-up per i piccoli il giovane Restelli e per i lunghi il debuttante nella categoria, Nicolò Gorla (198cm). I due non sono certo paragonabili ai titolari e potrebbe aver buon gioco la filosofia sin qui scelta dalla direzione tecnica del Sanve: minimo una decina di minuti in campo per tutti. Una bella difesa aggressiva per tutto l´incontro, qui servirà proprio la concentrazione e la determinazione tanto osannata, e sperare che Ferrarese e Bartoli perdano lucidità. Una delle poche possibilità di vittoria, infatti, passa per asfissiare gli avversari, accettare una sfida nell´uno contro uno equivarrebbe ad un suicidio. Consentire a Palerari e Ingrosso di giocarsela con i pari ruolo è impensabile sia per differenza di centimetri e chili che di età e capacità tecniche. Esiste poi il problema Ferrarese, contrapporre ad uno di migliori play del campionato il 98 Fazioli è una bestemmia non tanto per lo squilibrio tecnico-tattico, ma per gli effetti negativi al morale del giovane che la sfida potrebbe produrre.



Fonte: Claudio Fontanelli